Compositore, pianista, direttore d’orchestra, didatta, Mauro Grossi, livornese. Ha inciso circa 50 dischi di musica spaziando tra jazz, gospel, musica ebraica, musica colta e non solo, alternando e mescolando i linguaggi con un solo grande e determinante filo rosso: la ricerca di una musica che sapesse compiere il suo viaggio verso le persone e raccontare qualcosa. Grande alleato al suo fianco proprio il jazz: il jazz come linguaggio di ricerca prima ancora che come genere.
Nella sua formazione, come nei suoi incontri artistici personaggi dai mille colori e dalle mille storie: determinante, infatti, l’incontro con personaggi come Luciano Berio, Giorgio Gaslini o Herbie Hancock.
Ma anche l’aver condiviso il palco con artisti dello spessore di Kenny Wheeler, Chet Baker, Lee Konitz, Paul Wertico, Curtis Fuller, Jeff Berlin o lo stesso Giorgio Gaslini, Bruno Tommaso, Paolo Fresu, Massimo Urbani, Faye Nepon e Igor Polesitsky con cui si immerge nella musica ebraica di vari generi o il pianista classico Marco Rapetti col quale forma un duo in cui classica e Jazz convivono e si fondono ben oltre la storica “third stream”.
Fra le oltre 50 produzioni discografiche, che abbracciano ormai oltre quarant’anni di musica scritta vale la pena ricordare alcuni titoli che raccontano la poliedricità di questo artista: da Bitter Cake Walk del 1996 in cui Grossi ha voluto attraversare l’intera storia del jazz moderno offrendo così il suo omaggio ad un genere che gli ha offerto grammatica e sintassi del fare musica; c’è poi Shir-Am Live del 2001, un lavoro che pesca a piene mani dalla grande tradizione musicale ebraica da tutto il Mondo: un sound e una suggestione dai quali la musica di Mauro Grossi non ha potuto più totalmente prescindere. Nel 2008 esce Colori che è stato un vero e proprio tuffo, come suggerisce il titolo, nell’eclettismo stilistico del piano solo. Mentre del 2012 è Eden: forse l’unico album al mondo dedicato interamente ed integralmente a sviscerare un unico standard. E così fino ai nostri giorni con la partecipazione al sound internazionale e nordico di Dreamland a sei mani con Jesper Bodilsen e Anders Mogensen (2023). Ed ora, fra 2023 e 2024, la nuova creatura: Mediterrando, un tutto organico di stili e umori in cui il jazz è come mai la grammatica e il collante fra gli stili.